La filosofia dei camp
Qual è secondo noi l’obiettivo?
Sperimentare se stessi lontani da casa, sperimentare l’autonomia di se e delle proprie cose, sperimentarsi in relazione con i pari e con gli adulti che li accompagnano in questa esperienza.
Gli educatori dell’associazione convivono l’esperienza nel modo più sostanzioso possibile: sono punto di riferimento per i bambini ma allo stesso tempo si cerca un clima di orizzontalità, dove la presenza di ciascuno è fondamentale per l’armonia della convivenza.
I compiti di gestione della struttura, le pulizie e il riordino degli spazi, vengono suddivisi a turno tra i bambini che in gruppo affrontano le diverse mansioni. Viene chiesto a ciascuno di contribuire per quello che può dare.
Anche le attività proposte vengono impostate su questi principi: si alternano momenti di “stare”, dove la dimensione del gruppo e il concetto di “nido” sono fondamentali per creare armonia e complicità, a momenti di “fare” dove invece la percentuale adrenalinica la fa da padrona. Anche qui ciascuno viene accompagnato nell’affrontare i propri limiti e a fermarsi quando lo ritiene opportuno.
Per quanto spiegato è chiaro che di fondamentale importanza è la presenza degli educatori, in un rapporto educativo di 1:4 e/o minore in determinate situazioni, e del responsabile pedagogico sempre presente durante il periodo di camp.
L’esperienza è molto positiva e i numeri ce lo confermano, vista l’elevata percentuale di continuità di bambini ed educatori.
E i camp con i genitori?
Le dinamiche cambiano.
Non puntiamo più all’autonomia, allo sperimentarsi ed al distacco ma lavoriamo sulla relazione. Cambiare le carte in tavola rispetto alla quotidianità fa emergere tanti bisogni e desideri nascosti. È interessante come la mancanza di uno dei due genitori non sia qualcosa in meno ma un qualcosa in più (almeno per qualche giorno!). Ma anche rimescolare le combinazioni e partecipare con o senza fratelli, partecipare a più camp lo stesso genitori con un figlio prima ed uno dopo, oppure il figlio è lo stesso e cambia il genitore: ogni volta vi osserviamo e ogni volta ci riportate emozioni e dinamiche nuove.
Anche in questo caso la presenza degli operatori è immersiva e offre un supporto quando richiesto dalla situazione, ma il rapporto è orizzontale. Impariamo gli uni dagli altri, le une dalle altre, ed è il gruppo che risponde quando il singolo ha bisogno: il confronto quotidiano con genitori differenti tra loro ma alle prese con le stesse problematiche offre spunti differenti, chiavi di lettura nuove.
Il numero di operatori presenti si riduce: siete voi stessi che fate funzionare il camp!
I bambini e le bambine in questi camp vivono la doppia dimensione di scoperta e di relazione tra pari pur non dovendo ancora fare affidamento sulla propria autonomia. Con la sicurezza del proprio genitore alle spalle, anche i più piccoli o i più timidi in poco tempo si aprono alle nuove esperienze e accolgono le persone che hanno intorno con grande naturalezza e familiarità.
Vedervi tessere rapporti tra piccoli, tra grandi e tra grandi e piccoli è la nostra gioia più grande.
Vedervi portare a casa questi rapporti è il nostro successo
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